La studentessa Veronika Kurzová ha intervistato la professoressa Marina Righetti, Direttrice del Dipartimento di Storia dell´arte e Spettacolo di Roma, durante il suo soggiorno a marzo a Olomouc dove ha tenuto tre meravigliose e ispirate conferenze.
Gentile prof. Righetti, volevo vivamente ringraziarLa e complimentarmi per le Sue conferenze e per la disponsibilità ad aver accettato un nostro incontro; sapendo che è molto impegnata cercherò di non trattenerLa a lungo. Potrebbe dire ai nostri lettori – che sono soprattutto studenti di storia dell’arte – se Le piaciono la città, il dipartimento e il suo edificio storico, i professori e gli studenti?
Olomouc è una città che mi è entrata subito nel cuore, perché è una città gioiello a misura d’uomo. Mi auguro che la sua bellezza possa essere sempre conservata, anche nell’atmosfera che si respira. Per questo darò sempre tutto il mio sostegno a ogni movimento di difesa della bellezza di Olomouc.
In questa città si vive in unì’atmosfera meravigliosa; è l’atmosfera di una città di scienza e cultura e io penso che gli studenti vivano respirandole anche attraverso la storia delle pietre che la costruiscono. Penso alla meraviglia dell’edificio che ospita il vostro dipartimento, ai gioielli che contiene e credo che vivere e lavorare in un edificio bello e antico ci faccia sentire la necessità del rispetto non solo delle cose che ci circondano, ma anche degli altri! Purtroppo spesso gli studenti studiano in edifici brutti e ciò in parte si riflette anche nel loro comportamento.
Penso che la popolazione della Repubblica Ceca non sia molto capace apprezzare questo tipo di ricerca. Pensa che la situazione in Italia sia differente? Io penso che potrebbe esserlo essendo che persone del tutto il mondo vengono in Italia a vedere i suoi tesori artistici.
È una risposta molto complicata. Spesso gli italiani non capiscono che il patrimonio artistico è la vera grande ricchezza dell’Italia e quello che mi addolora è vedere che spesso i più giovani non conoscono la loro storia. Negli ultimi decenni sono stati trasmessi attraverso la televisione e i diversi mass media modelli di comportamento che privilegiano le ricchezze e i facili successi e così il rispetto al patrimonio non è certo uno dei problemi principali, non capendo che la storia, l’arte e la cultura sono grandi potenzialità.
Adesso vorrei porLe l’ultima domanda, una domanda importante per tutti i cechi e gli abitanti del regione di Haná… Ha assagiato la birrà ceca e il formaggio tipico della regione, lo „tvarůžky“?
Conoscevo già la birra ceca, ma bevuta qui è ancora più buona! Purtroppo invece non ho ancora assaggiato il formaggio „tvarůžky“.
Le ho portato a nome dello StuArt un piccolo regalo – il quadrifoglio di „tvarůžky“ – come ringraziamento per questa interessantissima intervista e per l’incoraggiamento che ha dato per i progetti futuri di StuArt.
Quando parliamo degli studenti, dall’inizio l’anno academico 2013-2014 funziona StuArt – l’associazione degli studenti della storia dell’arte presso Dipartimento della Storia dell’arte di Università Palacky, la quale intende a organizzare le mostre, le conferenze e tanto d’altro. Esiste qualcosa del genere presso suo dipartimento?
Questa idea mi piace tantissimo, tanto che vorrei che si potesse attivare anche alla Sapienza di Roma, nel mio dipartimento. A StuArt auguro tanta forza ed entusiasmo per portare avanti i suoi progetti.
Se Lei è d’accordo finirei con le domande connesse con il dipartimento. Vorrei chiederLe com‘ è arrivata a fare la professoressa di storia dell’arte e perchè ha deciso di dedicare la Sua vita allo studio di questa materia?
Io sono crescuta in una famiglia dove nessuno era storico dell’arte, ma tutti amavano il „bello“. Quando ero molto piccola i miei genitori erano amici di diversi pittori milanesi. Mi ricordo per esempio il grande pittore Carlo Carrà che mi faceva giocare sulle sue ginocchia. A scuola poi ho sempre trovato insegnanti attenti, per cui, al momento della scelta universitaria, pur amando molto anche la matematica, alla fine ho scelto di studiare storia dell’arte e non mi sono mai pentita della scelta.
Fare ricerche qualche volta può essere avventuroso, qualche volta quasi pericoloso. Mi potrebbe raccontare un‘ esperienza o episodi della sua carriera di ricercatrice interessanti?
Le mie ricerche sull’architettura per il lavoro dei Cistercensi mi hanno portato spesso in situazioni difficli; sono stata inseguita da branchi di cani randagi, ho camminato su volte di edifici pericolanti, oppure ho sentito forti scosse di terremoto mentre ero sui ponteggi ddella basilica di San Francesco ad Assisi. Ma tutto si dimentica e rimangono solo le belle esperienze. Vorrei ricordare solo l’ultima: la visita del triforio di San Vito a Praga, visita che ho potuto fare solo grazie all’interessamento dei professori di questo vostro dipartimento.